La Storia
La Quintana ascolana é ricordata negli Statuti civici del 1377 stampati in volgare nel 1496. Tuttavia da fonti archivistiche del duecento, si ha conferma che già in quell'epoca la festa di S. Emidio veniva celebra- ta con grande solennità, non solo attraverso vari riti religiosi, ma anche con numerosi giochi e che, tra gli impegni delle città soggette ad Ascoli c'era quello di portare un palio (cioè una stoffa pregiata) il 5 agosto.
Dovevano presentare i pali le "terre soctoposte a la difesa overo protectione" del Comune di Ascoli "per forma de privilegj overo de pacti overo per qualunqua consuetudine" e, cioè, Amatrice, Arquata S. Maria in Gallo, Montemonaco, Force, Patrignone, Porchia, Cossignano, Castignano, Rotella, Quintodecimo e, dal 1485, Monsampietrangeli.
Il palio era un drappo di velluto cremisi (colore dei martiri) lungo 9 braccia; veniva acquistata dal Consiglio di solito a Foligno o, meno spesso, a Napoli; per l'acquisto e la confezione venivano pagati nel cinquecento ben 40 scudi, mentre 5 fiorini erano destinati alla sistemazione del fondo su cui correvano i cavalli. Tornata a vivere nel 1955 dopo una lunga parentesi durante la quale si era corso solo il palio, la Quintana ascolana ha luogo la prima domenica di agosto, in concomitanza con le feste patronali di S. Emidio.E' tuttavia interessante ricordare che una sorta di quintana rustica é documentata nelle campagne ascolane nel secolo scorso.
Al contrario della Quintana medievale e rinascimentale, che aveva luogo in Piazza Arringo e vedeva giostrare cavalieri ascolani o di altre città, appartenenti a varie fazioni, la Quintana attuale vede in lizza sei cavalieri giostranti, in rappresentanza di sei sestieri cittadini (S. Emidio, arme rosso-verde; Piazzarola, arme bianco-rosso; Porta Romana, arme rosso-blu; Borgo Solestà, arme giallo-blu; Porta Tufilla, arme rosso-nera; Porta Maggiore, arme nero-verde). Nel pomeriggio del giorno di S. Anna (26 luglio), con l'apertura delle feste patronali, al suono delle campane del duomo e allo sparo dei tonanti ha luogo l'affissione dei manifesti della competizione e l'esposizione, dalle finestre dell'Arengo, dei gonfaloni del Comune, dei Castelli soggetti, dei sestieri e il palio da assegnare al vincitore. Nel pomeriggio della prima domenica di agosto oltre 1000 personaggi in costume, che rappresentano nei vari ceti e ruoli sociali i sestieri cittadini (mediante i loro reali componenti), sono chiamati a raccolta dal suono delle campane della chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio nella medievale piazza "de socto" (p. Ventilo Basso).
Ogni sestiere sfila nell'ordine fissato dalla classifica dell'edizione precedente, con il console, i notabili, i capitani, i musici, il cavaliere giostrante, la dama, i paggi e le damigelle, gli armigeri e gli sbandieratori. Prima dei sestieri cittadini si attestano i rappresentanti dei castelli un tempo soggetti alla città. Percorse via Cairoli e via del Trivio, il corteo raggiunge Piazza del Popolo (piazza "de sopra"), salotto cittadino e centro di convergenza della vita ascolana. Giunto al Campo dei Giochi (stadio comunale "Squarcia"), il corteo si ricompone per disporsi sul terreno ad eseguire le "grida" del mossiere. Quindi dopo che le Magistrature con il Magnifico Messere e le dame hanno raggiunto la tibunetta loro riservata, con una pittoresca "sciamata" i personaggi in costume sgomberano rapidamente il terreno per lasciar spazio al coreografico e sempre nuovo spettacolo corale offerto dagli sbandieratori ascolani, annoverati tra i migliori in assoluto. E' la volta quindi della gara vera e propria, che accende il tifo e la passione dei sestieranti e del pubblico presente. Il cavaliere dopo essersi legato ad un braccio il fazzoletto consegnato loro sulla punta dell'asta da combattimento dalle rispettive dame, si linciano al galoppo, secondo l'ordine fissato dal sorteggio effettuato durante l' Offerta dei Ceri, all'assalto del saraceno. In tre successive tornate, ciascuno deve colpire con nove assalti il bersaglio; la gara è resa ancora più avvincente dal percorso ("ad otto"), che costringe i cavalli ad affrontare in velocità le curve ora in un verso,ora nell'altro. In tal modo l'impegno richiesto ai cavalieri nell'andare veloci senza incorrere nelle penalità previste per uscire di percorso non é meno gravoso di quello necessario per cercare di centrare il tabellone del bersaglio retto dal moro.
Di solito é ormai sera quando il Magnifico Messere, ricevuti i responsi di tempi, penalità e punteggi dai giudici di gara, proclama il nome del sestiere vincitore.
Il corteo quindi si ricompone, più vociante e meno compassato dell'andata nel nuovo ordine di classifica; é tempo per un sestiere di dar sfogo alla gioia per la vittoria, per gli altri di meditare un pronto riscatto, già nell'edizione successiva.
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